domenica 2 giugno 2019

SORRENTO - 18 GIUGNO 1946 - MANIFESTAZIONI PER LA MONARCHIA



Il 2 giugno del 1946, il 78% gli elettori della circoscrizione Napoli-Caserta ( che comprendeva Sorrento) si erano espressi a favore della monarchia. Quando alle quattro e trenta del 5 giugno venne annunciato l'esito del referendum e la vittoria della Repubblica, non mancarono le manifestazioni di dissenso nel napoletano, anche a Sorrento, come riportato dal "Corriere", qualche giorno dopo e precisamente il 16 giugno alle ore 18: 
" centinaia di pescatori del rione Marina Grande, bandiera sabauda in testa, muovevano in corteo verso le principali arterie cittadine manifestando al grido di Viva il Re e Viva Casa Savoia la loro devozione alla monarchia. Al gruppo si univano lungo il percorso parecchi cittadini del centro così che in Piazza Tasso la manifestazione assumeva una certa consistenza plebiscitaria. I dimostranti quindi si disperdevano senza provocare incidenti. "



Pm
@peppemarescatuttoattaccato
#tiraccontosorrento

Fonte:
Sorrento dall' Impero alla Repubblica
di Goffredo Acampora.

ESPORTATORI DI BELLEZZA E DI DIALOGO.



Sorrento per larga parte della sua storia è stata una città arroccata nelle proprie mura, tendenzialmente cupa, ed anche odiata, poi ad un certo punto si è aperta, ha accolto lo straniero, gli ha mostrato le coste e i giardini, ha distribuito arte e cultura.
Si è fatta amare facendoci diventare esportatori di bellezza e di dialogo.

Ricordiamocelo bene e difendiamo questa conquista perché siamo sotto attacco dell'idiozia.


Pm

Mister Sarri e il quadro fortunato.



Allora, all'indomani dell'esonero di Mr Sarri dal @sorrento1945, mi ricordo benissimo che vidi realmente dispiaciuti: i tabaccai ( per ovvi motivi) e Pietro Romano. Poi dovete sapere ( e alcuni di voi lo sapranno bene) che proprio mentre dagli spalti di Stamford Bridge iniziavano a sentirsi i primi fischi e il sarrismo veniva etichettato dai media inglesi come gioco noioso ed inefficace, il nostro Pietro è volato fino a Londra per consegnare a Mr Sarri un quadro intarsiato realizzato dai maestri sorrentini Francesco Ercolano ed Enrico D'Errico. E da quel momento la stagione dei blues si è trasformata, infatti il @chelseafc ha ottenuto prima la qualificazione alla prossima @championsleague e poi dopo aver travolto per 4 a 1 l'@arsenal, la vittoria dell'@europaleague.


Ora, come è giusto che sia, siete tutti invitati a salire sul carro del vincitore, però non dimenticate che senza quel quadro, per la gioia dei gunners, staremo scrivendo un finale diverso.

Ovviamente, se e solamente se Mr Sarri dovesse compiere la scellerata scelta di firmare per la @juventus sarà mia premura chiedere a Francesco Ercolano ( che è mio suocero) di realizzare un ritratto anche a @mrancelotti, perché come diceva Eduardo De Filippo :
 "Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male".

Pm

giovedì 9 maggio 2019

VICO EQUENSE 1943, ANTONIO STAIANO E IL RASTRELLAMENTO DEI NAZISTI




"Il 24 settembre, in seguito al bando per il lavoro forzato pubblicato dal Colonnello tedesco Scholl a Napoli e che riguardava i nati tra il 1910 e il 1925, si verificò un vero e proprio esodo di giovani di Vico Equense che per sfuggire al rastrellamento scappavano verso la località montana di S. Maria del Castello, da dove poi attraverso il Sentiero degli Dei scendevano fino a Positano, che era saldamente in mano agli alleati. Altri ragazzi, invece, venivano trasportati da Antonio Staiano via mare in una barchetta a remi dalla spiaggia di Seiano, verso lo Scoglio della Nave, dietro Punta Scutolo, posto invisibile per i soldati tedeschi che arrivavano dal centro di Vico. Il viaggio fu compiuto ogni volta che la "vedetta” avvistava la presenza delle ronde tedesche, fino alla fine dell'occupazione nazista. La sera poi Antonio andava a riprenderli."


_ESTRATTO DAL LIBRO CAMPANIA 1943 di SIMON POCOCK.

LA SIRENA PARTHENOPE




L'orgoglio ferito per non aver ammaliato con il loro canto sia Ulysse che gli Argonauti , spinse le Syrene a lasciarsi andare nel mare. E Il corpo della sirena più bella, Parthenope ( la vergine) , trascinato dalle correnti venne rinvenuto ormai in fin di vita sulla spiaggia dell'isolotto di Megaride, nel punto dove oggi sorge il Castel dell'Ovo. Soltanto la vista del luogo dove stava morendo, Posillipo ( dal greco Pausylipton, "pausa dal dolore") le regalò l'ultimo attimo di bellezza.
Matilde Serao, però ha scritto che:
… Parthenope non è morta, Parthenope non ha tomba, Ella vive, splendida giovane e bella, da cinquemila anni; corre sui poggi, sulla spiaggia. E’ lei che rende la nostra città ebbra di luce e folle di colori, è lei che fa brillare le stelle nelle notti serene.. "

E io di Matilde mi fido.

Pm

La Cappella di Santa Maria a Cerignano






La Cappella di Santa Maria a Cerignano costruita nel XII secolo è situata in località CERMENNA a Piano di Sorrento.
Dove ora c'è la chiesa 
(purtroppo mezza diroccata ) probabilmente già in epoca preistorica vi era un tempio in cui si venerava la Grande Madre del Mediterraneo, il cui culto venne poi sostituito con l'avvento dei romani da quello per la dea Cerere che era la divinità materna della terra e della fertilità. Il nome Cerere deriva dal latino: Ceres, Cereris e dall' osco: Kerri, Kerres o Kerria e questo spiegherebbe in parte anche l'origine del nome Cerignano, che per altri invece, deriverebbe più semplicemente dalla presenza lungo le pendici del monte di un bosco di Cerri.
Per alcuni studiosi invece in questo luogo vi era il tempio della Ninfa Carmenta, la protettrice delle donne in gravidanza e delle sorgenti d'acqua.
In epoca cristiana la venerazione verso la Madre di Cristo ebbe infine la meglio su dee e ninfe, e la chiesetta prese il posto dei tempi pagani.
Pm
#tiraccontosorrento fonti:
¶ "Planities. I casali di Sorrento di Savarese Anna - Amodio Gaetano ¶I racconti del Lunedì di Ciro Ferrigno
Tiraccontosorrento.blogspot.it

martedì 16 aprile 2019

RIVO SPARTIMIENTO , IL CONFINE TRA MASSA LUBRENSE E SORRENTO



Il Rivo Spartimiento (come suggerisce il nome ndr) segna il confine tra i comuni di Sorrento e Massalubrense. Due edicole votive "accolgono o salutano" il viandante che passeggia in questi luoghi. Oggi attraversarlo è ovviamente semplice ma una volta ai tempi delle continue scaramucce tra massesi e sorrentini avventurarsi in questi luoghi non era certo consigliabile.

Pm

FONTE:
CICCIO LEONIDA

lunedì 15 aprile 2019

mercoledì 27 marzo 2019

Quella volta che...Mario Damiano lanciò la radiolina all' arbitro. Prima però tolse le pile.




Nell' anno della serie B (1971-72) in un Sorrento - Lazio giocato al San Paolo , l' arbitro Torelli di Cormons dopo aver concesso un rigore molto dubbio realizzato poi da Chinaglia, annullò in maniera  discutibile ai rossoneri il gol del pareggio proprio nei minuti finali, scatenando la protesta del super tifoso Mario Damiano, che reagì alla decisione arbitrale lanciando in campo la sua radiolina portatile.....dopo averne però prima tolto le batterie.
Alcuni tifosi presenti quel giorno si domandarono:
"Ma Mario non avrebbe fatto meglio a tirare le pile e a tenersi la radio che di certo era più costosa?".
Dopo tanti anni, Damiano ha sciolto l' enigma, confidando agli amici di aver lanciato la radio e di essersi conservato le pile solamente per avere altre 'munizioni' da utilizzare in caso di altri errori dell'arbitro. 


pm


FONTE:
[ Il calcio a Sorrento: Settant'anni di storia - di Antonino e Gianni Siniscalchi]

MOZZARELLA POLLY-O , DA PIANO ALLA CONQUISTA DEL MERCATO AMERICANO




Nel 1899 Giuseppe Pollio, maestro caseario originario di Piano di Sorrento, fu il primo ( come riportato anche da un articolo del THE NEW YORK TIMES) ad introdurre sul territorio statunitense con l' azienda ''POLLIO DAIRES PRODUCTS'' la produzione in larga scala di mozzarella e ricotta. In breve tempo i suoi prodotti si potevano trovare su tutti gli scaffali dei supermercati americani e sulle confezioni dei latticini sotto il marchio "POLLY-O", Giuseppe volle far aggiungere la scritta : "La tradizione della mia famiglia è la tua garanzia"

Una tradizione iniziata in un caseificio di Piano di Sorrento.

Pm.
https://tiraccontosorrento.blogspot.com/

Fonti :
@wikipedia
@the_newyork_times
°SPECIALE FESTAMBIENTE - EMIGRAZIONE E LAVORO DALLA PENISOLA SORRENTINA AL CONTINENTE AMERICANO.

lunedì 11 marzo 2019

CESARANO: IL CAVALIER NOBILIONE DECAPITATO E LE SUE TERRE BRUCIATE.




Siamo nel 1648 le truppe di Grillo che assediano Sorrento hanno subito delle pesanti sconfitte, e sono costrette a fuggire dal Convento del Carmine dove avevano stabilito il loro quartier generale.
Il cavaliere sorrentino Alessandro Nobilione, credendo che la guerra era vinta e di non correre alcun pericolo ad uscire dalla città, decise di prima mattina di andare a controllare in che stato versassero le sue terre a Cesarano visto che a causa dei combattimenti era da tanto tempo che non vi si recava.
Nobilione non poteva però sapere che Grillo con i suoi
luogotenenti si era rifugiato  nella contrada di Sant’Agnello detta la FORMA dove vi era una torre e che qui in poco tempo aveva riorganizzato il suo manipolo di soldati, formando degli avamposti alla Pigna, a Casola, alla Cocumella e appunto a Cesarano.

Giunto a Cesarano  il Cavaliere Nobilione  viene catturato dagli uomini di Grillo, che in pochi attimi lo decapitano e gridando:"MORTE AI CAVALIERI DI SORRENTO" girarono con la sua testa mozzata per le contrade di Casola e CESARANO, ammonendo così tutti coloro che pensavano di tradirli.
Poi successivamente la casa di Nobilione venne saccheggiata,le terre di sua proprietà date alle fiamme  e gli animali uccisi.

PM.


FONTE:
STORIA DI SORRENTO di Gennaro Maldacea.

mercoledì 6 marzo 2019

Alla terra, a Priora.


Luci
odori
sembra ieri
la terra
la nonna
il cane
le foglie
ammassate
vite passate
Finalmente
sereno
guardo
ricordo
mi perdo
e sto bene.
( pm _Alla terra, a Priora. 23-02-2018)

LA PALLA DI CANNONE.



I fratelli Volpe, piccoli armatori del rione ANGRI di Sant'Agnello , nel 1799, con la loro barca stavano andando ad imbarcare grano ad Otranto. Giunti nello stretto di Messina visto che era sopraggiunta la notte, decidono di ancorare la barca in una spiaggia difesa da una torre vicereale. Solo che dalla torre, forse credendoli pirati o nemici, sparano loro una cannonata. I fratelli invocano la vergine Annunziata del loro rione; la cannonata distrugge la barca ma nessuno muore. Il mattino dopo recuperano la palla sulla spiaggia e decidono di portarla, per grazia ottenuta, nella chiesa dove ancora si trova. Inoltre uno dei fratelli Volpe dona la proprietà dietro la CHIESA della Santissima Annunziata per permettere l’allargamento e l' arretramento dell'altare.

SCRITTO da Francesco Saverio Gargiulo alias CICCIO LEONIDA @rayss81
(fonte Tonino De Angelis)

lunedì 25 febbraio 2019

LE JANARE E LA GELOSIA DELLE DONNE MASSESI.




Un tempo molti massesi emigrarono in Argentina per lavoro, e le donne che erano rimaste in paese preoccupate che i loro mariti potessero tradirle, scendevano per la strada del Borgo di Nerano e si recavano a chiedere aiuto alle JANARE che abitavano nella Baia di RECOMMONE.
Quest'ultime a bordo delle loro scope volavano in Argentina e in poche ore tornavano sulla spiaggia della Marina del Cantone dove ad attenderle trovavano le mogli degli emigranti. Qui le rivelavano se il marito era rimasto fedele o se era il caso di tradirlo a sua volta.

Pm.
Fonte:
°F. S. MOLLO
°da un racconto di CICCIO LEONIDA.

#Marinadelcantone #nerano #recommone
#massalubrense #janare #emigranti#tiraccontosorrento #largoargentina

SULLE TRACCE DI PACCHISEO E DELLA SUA BANDA.






Agli inizi del '900 tutti i contadini di Priora quando ritornavano dal mercato di Sorrento, erano costretti a salire per Via FREGONITO la stretta strada che sale per il Monte di Sant'Antonio, e nel luogo detto PIZZETIELLO (nella zona della Reggiuvia) a poca distanza dalla Cappella della B. V. ADDOLORATA, venivano puntualmente avvicinati da Pacchiseo e due suoi compari, che li costringevano a pagare un '' dazio '' per poter passare.
Era diventata talmente una consuetudine subire il furto da questa banda che a Priora si era diffuso il detto: "Sì passi p'a Reggiuvia e nun si arrubbato, Pacchiseo o è muorto o è carcerato".


*I contadini di Priora continuarono a pagare fino a quando intervenne il parroco Don Angelo Montorsi che da solo affrontò la banda di Pacchiseo e minacciando di denunciarli ai carabinieri li fece scappare.
Pm





FONTE:
_LA PARROCCHIA DI SANT'ATANASIO VESCOVO
Tra storia, immagini e documenti
Di Marco Mantegna

lunedì 11 febbraio 2019

OGGI TI RACCONTO NAPOLI: IL TESCHIO DEL CAPITANO.



Al cimitero delle Fontanelle a Napoli, uno dei protagonisti principali insieme ovviamente a Donna Concetta ( il teschio che suda ndr) è il teschio del CAPITANO, che come tutti i teschi rispettati o semplicemente "adottati" è custodito in una teca.

Alla sua figura sono legate tante e più svariate leggende ( che vi consiglio di andare a leggere), leggende che in quanto tali ovviamente non hanno nessun riscontro reale, tuttavia se vi recate al Cimitero delle Fontanelle e vi ritrovate al cospetto del Capitano, non restate troppo a fissargli l'occhio nero e prima di andare via lasciategli (come fanno quasi tutti) un accendino, una sigaretta o qualcosa di spicci.


Il Capitano apprezzerà.

Pm

GLI EX-VOTO nella BASILICA di Sant'Antonino Abate a Sorrento



Nella Basilica di Sant'Antonino Abate a Sorrento alle pareti del soccorpo sono fissati 32 dipinti votivi. La collezione completa di quadri ex voto suscepto ( per voto fatto) è di 119, un numero di gran lunga minore rispetto a quelli che una volta erano esposti nella Basilica.
Purtroppo molti sono andati persi o si sono danneggiati. Tra quelli che ancora si possono ammirare nella zona del soccorpo, mi piace segnalarvi l'ex voto dipinto da IMMACOLATA DI LEVA che raffigura la barca a motore " S. ANTONINO" e il gozzo "IL SALVATORE DEL MONDO":
questo dipinto ci racconta la storia dei fratelli Francesco, Saverio e Raimondo Esposito, che insieme all'amico Peppe Izzo, dopo essere naufragati con il loro gozzo al largo di Sorrento, furono salvati dal comandante Francesco Di Leva e dal suo equipaggio della barca S. ANTONINO, che erano salpati sfidando il mare impetuoso per rispondere al grido di aiuto della mamma degli Esposito, che non vedendo i figli rientrare a Marina Grande aveva temuto il peggio. Secondo alcuni racconti popolari il comandante Di Leva da lontano scorse vicino ai quattro ragazzi anche un altra figura, che sembrava vigilare su di loro.
Quando si avvicinò ed era chiaro che avrebbe tratto tutti in salvo questa misteriosa figura scomparve.


pM.
https://tiraccontosorrento.blogspot.com/

Fonti:
°LA VOCE DI SANT'ANTONINO di_ GUGG - PANE.
°IL SANTO E IL MARE gli ex voto marinari di S. ANTONINO _di Luigina de Vito Puglia.
°Racconti al Bastione di Parsano.

A NOTRE DAME I CAMEI DEI MAESTRI DI TORRE DEL GRECO



I camei che raffigurano 258 Papi, da Pietro a Pio XI, esposti nella Cattedrale di Notre Dame de Paris, sono stati realizzati tutti dai maestri del corallo di Torre del Greco ( citta' - come recita la didascalia - patria incontrastata di quest'arte).

PM.

lunedì 28 gennaio 2019

OGGI TI RACCONTO VENEZIA: IL CARCERE DI PALAZZO DUCALE.

Nel carcere del Palazzo Ducale a Venezia i detenuti ritenuti più pericolosi venivano rinchiusi nelle celle dette dei POZZI, mentre coloro che si erano macchiati di reati meno gravi o che appartenevano a classi più agiate, nelle celle denominate dei PIOMBI dove le condizioni ambientali erano più accettabili. Essere imprigionati nei POZZI significava essere praticamente sotterrati vivi e andare incontro per le torture subite ad un inevitabile pazzia.
E i veneziani che passavano lungo quella zona ascoltavano impietriti le grida di dolore che provenivano dal sottofondo.
Successivamente sempre a Palazzo Ducale per coprire la vergogna che sull'opinione pubblica aveva causato l'escalation di morti dei detenuti reclusi nei POZZI, vennero costruite le PRIGIONI NUOVE.
Sui muri delle celle sono stati rinvenuti numerosi disegni (anche di pregevole fattura) e scritte che oggi fungendo da archivio storico, ci aiutano a comprendere i motivi per i quali molti di loro vennero arrestati.

pM






SORRENTO: IL VALLONE DEI MULINI.




Nel Vallone dei Mulini a Sorrento, un tempo oltre al Mulino ( dove si macinava il grano) vi erano anche diversi lavatoi pubblici, una segheria e altre piccole aziende. Queste attività vi si stabilirono per la presenza del corso d'acqua che lo attraversava e che collegava il Vallone direttamente alla Marina Piccola e quindi per le imbarcazioni era agevole andare e venire dal porto, per caricare le merci che qui venivano prodotte e che erano destinate ai mercati di tutti i paesi del Golfo di Napoli. Quando nel 1866 per costruire la vicina PIAZZA TASSO, si rese necessario colmare buona parte del Vallone e dello sbocco a mare, l'intera area divenne poco funzionale a qualsiasi tipo di lavoro e gli edifici furono via via abbandonati.

pM

FONTE: CIAMPONE, CAMMA TOUR.


mercoledì 23 gennaio 2019

Guglielmo Ricciardi IL CYRANO di PIANO, Don Antonio Sessa e la VILLA OF BROOKLYN N.Y.

VILLA OF BROOKLYN N.Y.  


Guglielmo Ricciardi ( figlio del noto Comandante Ricciardi *leggi IL PALAZZO del BRIGANTE di VIA SAVINO) sfidando le ire del padre che per lui voleva a tutti costi una vita da ufficiale della marina, e volendo assecondare invece la sua passione più grande, la recitazione, decise agli inizi del ‘900, di trasferirsi a New York per provare a diventare un attore. Qui Guglielmo strinse amicizia con Antonio Sessa. Antonio, per tutti il DON, era originario di PIANO e al tempo era un uomo d’affari molto stimato a NEW YORK  e oltre-oceano era anche una figura di riferimento per tutti i sorrentini che decidevano di cercar fortuna negli states.  Antonio Sessa aveva addirittura una BANCA di sua proprietà nella zona di Brooklyn, e tra gli italo-americani si era solito esclamare, quando qualcuno chiedeva loro con insistenza dei soldi in prestito: " Guagliò ma che ti pensi, che sono 'a banca'e Sessa??"
Nella foto pubblicata da
Patrick O'Boyle nel gruppo F.B. : 

LA NOSTRA STORIA (foto storiche della Penisola Sorrentina e dintorni)

LA BANCA DI SESSA a Brooklyn N.Y.



GUGLIELMO "WILLIAM" RICCIARDI



Antonio Sessa, in breve tempo, si mise a completa disposizione del giovane attore, che prima aiutò a far inserire nel mondo del teatro della GRANDE MELA, e poi addirittura ne divenne uno dei principali finanziatori quando Guglielmo, dopo i primi successi ottenuti nei locali di LITTLE ITALY dove era conosciuto come Nasone o il CYRANO DE BERGERAC ITALIANO, decise di aprire a NEW YORK un teatro tutto suo.

Su questo nuovo palcoscenico GUGLIELMO RICCIARDI e la COMPAGNIA ITALIANA COMICA e DRAMMATICA ( da lui fondata) furono tra i primi ad introdurre o comunque a portare al successo, nel teatro americano, le macchiette tipiche di quello napoletano come:

la maschera di Pulcinella, del guappo o le figure delle sceneggiature di SCARPETTA.

Gugliemo ( ribattezzato WILLIAM dai produttori cinematografici) diventerà per la sua bravura e duttilità ad interpretare personaggi spesso agli antipodi tra loro, uno degli attori più ricercati dai registi statunitensi.

Mentre Gugliemo era impegnato a girare pellicole su pellicole, Antonio Sessa dopo aver accumulato un ingente fortuna, decise di ritornare a vivere a Piano e di comprare molti terreni sui COLLI DI CEREMENNA dove si fece costruire una villa stupenda che per ricordare la terra che tanto successo gli aveva regalato volle chiamare: VILLA OF BROOKLYN N.Y.



pM

Fonte Speciale FESTAMBIENTE _Emigrazione e Lavoro dalla Penisola Sorrentina al Continente Americano.

venerdì 18 gennaio 2019

TI RACCONTO VENEZIA : UN BEL BICCHIERE D' OMBRA


A Venezia il bicchiere di vino rosso si chiama Ombra perché una volta i venditori ambulanti di vino , per mantenerlo il più fresco possibile, si sitemavano con le loro damigiane all'ombra appunto del campanile di Piazza San Marco.

pM


SORRENTO : IL MOLO MAR DEL PLATA



Il molo della Marina Grande di Sorrento si chiama: Molo Mar del Plata in onore dei tanti sorrentini che da qui, e spesso di notte, si imbarcarono per il porto di Napoli da dove poi sarebbero partiti per l'Argentina.
Imbarcati su navi che definire tali è un reato, scappavano dalla fame e dalla guerra, vedendosi costretti ad emigrare e a lasciare Sorrento, solamente per assicurare un futuro dignitoso alla propria famiglia.

Molti non arrivarono mai a destinazione.


Ogni tanto è bene ricordarlo e ricordarselo.

pM

TI RACCONTO VENEZIA: IL PONTE DEI SOSPIRI

IL PONTE DEI SOSPIRI VISTO DAL CARCERE DI Palazzo Ducale ( FOTO pM )


Oggi quando i fidanzati si ritrovano sul PONTE DEI SOSPIRI a Venezia si stringono la mano e si scattano selfie, ma dovete sapere che esso si chiama così per un motivo molto poco romantico, era infatti l'ultimo ponte che i condannati o coloro che erano in attesa di giudizio, oltrepassavano "sospirando" sulla pena che li avrebbe attesi di lì a poco, nel vicino carcere del Palazzo Ducale.

pM