lunedì 30 aprile 2018

S.AGNELLO 1943: LA FOLLA SEPPELLISCE LE FOTO DEL DUCE


La mattina del 26 Luglio del 1943, una trentina di persone si erano radunate in Piazza Municipio a Sant’Agnello, per dimostrare tutta la loro gioia per la caduta di Mussolini avvenuta il giorno precedente.

Guidati da due giovani universitari santanellesi, entrambi ventenni, Gemma Giovanni e Ferraro Filippo, i dimostranti irruppero negli uffici del Comune, nella sede del PNF ( sito dietro al Monumento ai caduti) e nella stanze che ospitavano la sezione del GIL lungo Via Vallone Croce. I Vigili Urbani che provarono a fermarli furono costretti a darsela a gambe levate e impauriti si barricarono in una stanza del Municipio. Il loro comandante invece nel tentativo di portare la folla a più miti consigli, provvide a togliere dai balconi del Comune stemmi ed emblemi fascisti.

Gemma e compagni,scaraventarono in terra e gettarono dalle finestre : ritratti di eventi bellici cari al regime, contenuti dell’ albo comunale, e una volta giunti nell’ UFICCIO di CONCILIAZIONE si impossessarono di diverse fotografie del DUCE.

Fotografie che poi provvidero a seppellire nei giardini circostanti il Monumento ai caduti, sovrapponendoci delle piccole croce.


Per fermare la folla si rese necessario l’intervento dei Carabinieri dalla caserma di Sorrento che dopo aver disperso la folla, e liberato i Vigili Urbani, arrestarono sia Gemma Giovanni che Ferraro Filippo.

(pm)
FONTE : SIMON POCOCK – CAMPANIA 1943

sabato 21 aprile 2018

ABBASCIO O' MONUMENTO



PIAZZA DELLA VITTORIA
(ABBASCIO O' MONUMENTO)


Questa piazza è nata dopo la violenta tromba d'aria abbattutasi su Sorrento nella notte fra il 22 e il 23 agosto 1904.
Fino a quella terribile notte era considerata una semplice "TERRAZZA A MARE" della strada pedonale che conduceva alla MARINA GRANDE.
Nelle antiche  piante del sec. XVII  era indicata come "PROSPETTO" e, dai sorrentini era chiamata : "AMMONTE PRUSPIETTO".
Dopo quel temporale, il muro, che conteneva parte della proprietà del MONASTERO BENEDETTINO DI SAN PAOLO, crollò in  mare.

La casa del Tasso  - SILVESTER SCEDRIN
"Ammonte pruspietto" qui su questa TERRAZZA A MARE i giovani sorrentini portavano le loro donzelle, o le straniere del Grand Tour, e un po facendo i romantici col fatto che stavano vicini alla casa che aveva dato i natali a TORQUATO TASSO e un altro po sfruttando una vista che abbracciava il golfo di Napoli con il Vesuvio, riuscivano sempre a fare bella figura. (pm)

Il sindaco di allora, GUGLIELMO TRAMONTANO, ordinò quindi l' esproprio di gran parte del giardino delle suore per creare una piazza da dedicare a TORQUATO TASSO ( nato nel fabbricato che vi prospettava - HOTEL DU TASSO) , seguendo un antico decreto del Re di NAPOLI, GIUSEPPE BONAPARTE, del 1808.
Per ritardi dovuti alle lungaggini della burocrazia si giunse negli anni successivi alla guerra mondiale del 1915-18 e, dopo la sua vittoriosa conclusione, si ritenne più giusto dedicare la nuova piazza ai caduti in guerra, erigendovi il monumento che vi è posizionato con la statua della VITTORIA ALATA e con i nomi dei caduti, incisi sui quattro lati della stele verticale ( ai due vertici sui due lati furono posti due cannoni, sui quali i bambini, salendovi, erano soliti giocare, ma in occasione della "battaglia del ferro", in epoca fascista, vennero soppressi ).

Per l'esistenza appunto del "monumento ai caduti", questa piazza è indicata : "ABBASCIO O' MONUMENTO".


FONTE:

GIRANDO PER SORRENTO
di ANTONINO CUOMO


lunedì 9 aprile 2018

Mons. Giuseppe Giustiniani l' ARCIVESCOVO RIBELLE


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SORRENTO:
L' ARCIVESCOVO RIBELLE CHE SFIDÒ CASA SAVOIA.
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Mons. Giuseppe Giustiniani fu Arcivescovo di Sorrento dal 1886 al 1917. Il suo nome oltre ad essere legato alla costruzione della "Casa di Riposo di Sant'Antonio" è rimasto famoso per un "incidente" che gli valse l' appellativo di :
"Arcivescovo ribelle ".


Si era nel 1899, si celebrava il centenario della Repubblica Partenopea ed il sacerdote Gaetano Parancandolo, storico vicano, aveva ricordato, a Casapulla, l' ultimo vescovo di Vico Equense, Mons. Michele Natale, che pur beneficiato da Ferdinando di Borbone, aveva aderito alla rivoluzione, e finito alla forca in Piazza del Carmine a Napoli (perché scoperto mentre tentava di fuggire). Lo stesso oratore aveva terminato il discorso affermando:

"Levate alta la voce e dite a tutti: una è la nostra fede, una la nostra patria, una la nostra bandiera: Dio, Italia, Savoia".

L' Arcivescovo di Sorrento, il 27 agosto dello stesso anno, aveva presieduto la cerimonia eucaristica nella chiesa parrocchiale di Vico, per la celebrazione in onore di S. CIRO patrono della città. Come di consueto dopo la cerimonia religiosa, le autorità presenti si recarono, nella sagrestia, per ossequiare il presule. Fra di esse c'era anche il Parascandolo che si avvicinò all' arcivescovo per il bacio del sacro anello, ma si vide ritrarre la mano ed apostrofato :

"Andate a baciare la mano all' Italia e a Casa Savoia. "

Questo episodio denunziato dall' ex maresciallo dei carabinieri, S. Guagnini, provocò un inchiesta che sfociò in un provvedimento di sequestro della temporalità della mensa arcivescovile. L' evento provocò la solidarietà di molti vescovi italiani che elagirono una parte dei loro proventi in favore del collega sorrentino, contemporaneamente al sostegno economico offerto dal Capitolo diocesano e raccolto da una pubblica sottoscrizione.
La contestazione, in data 6 dicembre dello stesso anno, sfociò nella revoca dell'improvvido ed eccessivo provvedimento e la restituzione di quanto sequestrato : la punizione si volse in un trionfo per l'arcivescovo che ricevette lettere, non solo dalla diocesi e dall'Italia, ma anche dall' estero.
E Mons. Giustiniani con le offerte ricevute realizzò l' organo monumentale che, ancor oggi decora la chiesa Cattedrale di Sorrento.
Il grande arcivescovo sorrentino volle essere sepolto "con i suoi poveri" nella chiesetta di Sant'Antonio, dove il 19 marzo 1935 i sorrentini celebrarono il centenario della nascita.




‪‎Fonte :
"Sorrento si presenta" di A. Cuomo