sabato 2 giugno 2018

VICO DEI CORTELLARI, LA LYTTLE SANT’AGATA A NAPOLI e Il Pio Monte dei Poveri di Massa.


VICO DEI CORTELLARI, LA LYTTLE SANT’AGATA A NAPOLI.
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Nel XVI secolo i santagatesi erano famosi ed apprezzati per la loro arte di lavorare falci e coltelli. Così molti di loro per esercitare questo mestiere si trasferirono a NAPOLI  e comprarono casa tutti vicino in un vicolo dove avevano aperto le loro botteghe  nei  pressi di MEZZOCANNONE,  che venne chiamato:
VICO DEI CORTELLARI.

La comunità massese che si era stabilita nei pressi del porto di NAPOLI nel RIONE detto PORTA DI MASSA  e  quella dei santagatesi di VICO dei CORTELLARI diventarono sempre più parte integrante del tessuto sociale ed economico napoletano, tanto che nel 1554 vi fondarono: Il Pio Monte dei Poveri di Massa.
 Il principale scopo del PIO MONTE DEI POVERI DI MASSA era di sostenere i cittadini poveri che vivevano sia nella loro città di origine, sia a Napoli nei quartieri di Porto, degli Orefici e del Mercato. La prima dotazione del Monte fu di dodici ducati donati dal cittadino "Turbolo" il 15 giugno 1554. A questa donazione iniziale se ne aggiunsero altre di privati cittadini e un versamento annuale fisso di 20 ducati da parte dell'Università di Massa.
Oltre ad aiutare i poveri di Massa, il Monte aveva come scopo anche quello di far visita ai poveri e agli infermi, di riscattare i prigionieri cristiani caduti nelle mani degli infedeli e di fornire di dote le fanciulle povere.
L'amministrazione del Monte era gestita da quattro governatori, detti "Maestri", tre dei quali dovevano essere di origine massese con residenza in Napoli e uno era il sindaco della città di Massa. I governatori si riunivano la prima domenica di ogni mese nella Chiesa di San Pietro in Vinculis.


 Il patrimonio del Monte era costituito da lasciti, con le rendite dei quali, spesso venivano creati "Monti" separati o "Confidenze", la cui amministrazione dipendeva dal Monte di Massa. Tra i monti istituiti con lasciti ereditari se ne segnalano alcuni fondati nella seconda metà del '500, i quali avevano lo scopo di dotare fanciulle povere di Massa. Altri monti furono fondati nel corso del '600, quali il "monte Storace" nel 1613; il "monte Persico nel 1619"; il "monte de Mari" nel 1621. Oltre alle "Confidenze" o "Monti", il Monte di Massa amministrava un "Monte dei pegni" istituito da Propsero Turbolo nel 1586 con lo scopo di erigere una cappella nella chiesa dell'Annunziata. Turbolo stabilì che le somme restanti venissero impiegate a favore dei poveri. Un altro Monte fu quello denominato "Monte di Torca", istituito nel 1605 da Enrico Caputo, con il fine principale di celebrare messe e di distribuire doti ed elemosine ai poveri di Torca.
Nel 1590, il Monte dei poveri di Massalubrense fu dotato di un nuovo statuto, e nell'anno 1600, del legato di Salvatore Pastena. Un altro statuto di 22 capitoli fu stilato nel 1731, secondo il quale l'amministrazione del Monte sarebbe stata affidata ad otto persone, aggiungendo ai tre "maestri"e al sindaco di Massa, due coadiutori, un razionale e un segretario. L'amministrazione del Monte, già affidata nel XVII secolo ad alcuni commissari del Sacro Regio Consiglio e nel 1722, dopo una breve parentesi di autonomia, nuovamente a dei commissari, peggiorò notevolmente tra la fine del '700 e i primi anni dell'800 a causa della cattiva gestione e di numerose frodi.
Nel 1874, perduta definitivamente la sua autonomia, il Monte, insieme con il "Monte dei pegni" istituito da Prospero Turbolo e con il "Monte di Torca", confluì con altri simili enti nei "Monti di Pietà riuniti", la cui a amministrazione era affidata alla Congrega di carità, secondo la nuova normativa della pubblica beneficenza e funzionò fino al 1955, anno in cui si estinse.



FONTI:

  • ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI
  • STORIA DI MASSA LUBRENSE di RICCARDO FILANGIERI di CANDIDA


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